Sperdutezza! E’ bellissimo

Giussani e Testori, il senso della nascita III.

Giussani e Testori, vedi i due post precedenti, discutono sul nome da dare alla collana inaugurata da quel colloquio e “Gius” propone I libri della speranza.  Se fosse stato possibile un titolo più lungo  “sarebbe dalla culla, attraverso la croce, alla speranza”, scrive Testori. Perché, chiede, questi due momenti Il Natale e la Passione, sono “il momento”, “perché ne siamo così segnati?”. E Giussani “l’attesa della speranza umana in te ha già avuto una grossa storia e, allora, secondo me, conosci bene le sue urgenze e le sue impotenze; perciò è tutta tesa al vagito della risposta, quello cioè che cristianamente si chiama annuncio. L’annuncio di un fatto che, trapassando tutte le nostre debolezze, piccolezze e meschinità, si presenta come un abbraccio ricostituivo, vale a dire l’abbraccio della nuova nascita”

Ed è anche il dialogo sulla sperdutezza (parola testoriana per eccellenza, scrive Frangi introducendo la ristampa del Senso della nascita, in La Maestà della vita, Rizzoli, 1998, “il momento in cui l’uomo si sgancia dal proprio cosmo e si butta nelle braccia di un altro”):

Testori – C’è un momento di sperdutezza in un uomo e in una donna che si amano; di sperdutezza e di liberazione (…) sono diventati secondo quel che si è detto anche nei libri santi un corpo solo e un’anima sola (…) grande gioia e anche sperdutezza (…) Ognuno di noi nasce da un momento d’amore totale, da un momento d’amore arrivato al grado di non potersi nemmeno più conoscere se non con l’aiuto e la presenza di Dio.

Giussani-  Sperdutezza! E’ bellissimo perché è la parola che indica l’altra forza che compie quel fatto, che realizza quel fatto, perché è la forza di Dio, del mistero di Dio.

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